A Rebirth of Wonder: Lawrence Ferlinghetti

Uno dei poeti americani più amati compie un secolo.

“I saw the best minds of my generation, destroyed by madness”: sono le spiazzanti parole con cui si apre Howl, il poema di Allen Ginsberg che sconvolse l’America nel 1956. Bastano poche righe di quei versi che rifiutano qualsiasi regola e che abbracciano il free verse di Walt Whitman e il suo Leaves of Grass, per capire come, dopo Howl, la poesia e letteratura americana non furono più le stesse. Dal falso perbenismo degli anni ’50 stava nascendo la Beat Generation, un gruppo di scrittori che proponevano una prosa libera, ispirata, soprattutto nel caso di Jack Kerouac, alla spontaneità del Bebop.

Lawrence Ferlinghetti aveva intravisto qualcosa nel delirio blakeiano di Howl, pubblicandolo con la sua City Lights Publishing: probabilmente era conscio dell’effetto che avrebbe avuto il poema sull’America puritana degli anni ‘50. The Shock of the New, il nuovo che stravolge il classico: Howl fu per la poesia americana quello che Colazione sull’Erba di Manet rappresentò in pittura. Una rottura decisiva nei confronti delle convenzioni.

Nel 1957, in seguito alla pubblicazione di Howl, Ferlinghetti e Ginsberg furono gli involontari protagonisti di un processo alle oscenità dell’opera. Nessuno immaginava che in quell’aula di un tribunale di Frisco, si sarebbe deciso il futuro di due dei più grandi poeti americani.

Ferlinghetti giunse a San Francisco nel 1951, dopo aver vissuto a Parigi per quattro anni. Per il poeta la Francia era una seconda casa: da piccolo, quando la madre non poteva crescerlo a causa delle condizioni di salute, aveva vissuto con la zia a Strasburgo. Prima del suo ritorno in Francia nel 1947, Ferlinghetti servì la marina militare americana, prendendo parte allo sbarco in Normandia e vedendo con i suoi occhi la devastazione causata dalla bomba atomica a Nagasaki. Questo scatenerà il sentimento antimilitarista e pacifista che lo contraddistinguerà per tutta la vita.

Dopo la guerra, grazie al GI Bill, il poeta studiò prima alla Columbia University e poi alla Sorbonne di Parigi; è il periodo in cui Ferlinghetti inizia ad interessarsi alla poesia. Nella capitale francese incontrò George Whitman, un bohémien americano che viveva in una misera stanza d’albergo priva di finestre, dove vendeva libri agli studenti: “Alla Columbia avevo conosciuto la sorella di George, Mary, che mi aveva raccontato come il fratello, dopo aver viaggiato per l’Oriente e il Sud America, si fosse stabilito a Parigi. Avevo immaginato questo viaggiatore romantico, una sorta di ribelle in stile Walt Whitman che trasportava l’albatros di Coleridge […] Venne fuori che il suo albatros erano i libri”. (da Shakespeare and Company: A History of the Rag & Bone Shop of the Heart di Krista Halverson e Jeanette Winterson).

Shakespeare and Company
Shakespeare and Company, Parigi.
© Viola Pellegrini

Nello stesso anno in cui Ferlinghetti lasciò Parigi, Whitman aprì la Mistral Books, divenuta poi nel 1961 la celebre Shakespeare and Company: ancora oggi, a pochi passi da Notre Dame, la libreria accoglie quei viaggiatori sognanti che, come Whitman e Ferlinghetti, trovano il proprio io nelle parole di un libro.

Tutti vogliono andare a San Francisco” scriveva Kerouac in On the Roadper la gioia, per le scosse, per quel qualcosa che brucia nella notte”: Frisco, l’ultima frontiera americana, una città che, quando Ferlinghetti vi arrivò nel 1951, era ancora da costruire e dove le possibilità sembravano illimitate. Quello che mancava, prima di tutto, era un luogo in cui poeti, artisti e scrittori potessero incontrarsi. Un hub culturale per dar voce alla comunità letteraria che si era sviluppata dalla San Francisco Renaissance, di cui Kenneth Rexroth, Michael McClure, Gary Snyder e Philip Lamantia sono ricordati come i maggiori esponenti.

Ferlinghetti intuì tutto questo e nel 1953 aprì City Lights Books: se oggi associamo immediatamente la libreria indipendente più celebre al mondo alla Beat Generation, la sua tradizione è da ricondursi ad un periodo ancora più lontano. City Lights prende la sua identità da tutti quei personaggi che sono stati outsider, dissidenti e non curanti della legge, a partire da François Villon, passando per Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire fino ad arrivare, nel ventesimo secolo, a Jack Kerouac e i Beat.

Nel 1955, con la pubblicazione della raccolta di Ferlinghetti, Pictures of a Gone World, nasceva la City Lights Publishing. In quello stesso anno, in un appartamento a pochi passi dalla libreria, Allen Ginsberg componeva Howl. Il 7 Ottobre di quella notte che cambierà la storia della poesia americana, Ginsberg leggeva Howl alla Six Gallery di North Beach. Kerouac, tra il pubblico, esultava estatico.

Poco tempo dopo, la City Lights Publishing fece uscire il poema. Ritorniamo così al processo per oscenità e all’arresto di Ferlinghetti, accusato di aver messo in circolazione materiale scabroso. Il processo però non ebbe l’effetto che i benpensanti si aspettavano: Howl venne ritenuto importante a livello sociale ed artistico. Caddero le accuse, la paura di cambiare non aveva lasciato il segno.

Ferlinghetti, Ginsberg e Stella Kerouac
Lawrence Ferlinghetti, Allen Ginsberg e Stella Kerouac nel 1988.
Photo credit: The New York Times

Quella che è forse la raccolta più famosa di Lawrence Ferlinghetti, A Coney Island of the Mind, venne pubblicata da New Direction nel 1958. Negli anni, l’opera è riuscita a vendere più di un milione di copie, rendendo Ferlinghetti uno dei poeti più amati d’America. La poesia non apparteneva più ai salotti intellettuali: Lawrence l’aveva restituita alla gente.

Tra pochi giorni Lawrence Ferlinghetti compirà 100 anni. Un secolo di una vita che ha attraversato guerre, ha vissuto sulla propria pelle la paura della bomba atomica, ha conosciuto la Cuba di Fidel Castro e che ora vede il sogno della sua America svanire in mano a Donald Trump: “Trump è un individuo in grado di distruggere la democrazia” ha dichiarato il poeta al San Francisco Gate.

Se i tempi sono difficili, Ferlinghetti risponde facendo quello che sa fare meglio: scrivere. È infatti in uscita Little Boy, un romanzo sperimentale dove lo scrittore usa toni da autobiografia, critica letteraria e opera filosofica, seguendo lo stile dello stream of consciousness. Un altro lavoro che va ad aggiungersi ai più di 40 pubblicati durante la sua lunga ed appassionante carriera.

Eat Well, Laugh Often, Love Much” ripete spesso Ferlinghetti. È tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Grazie, Lawrence, per aver cambiato il nostro modo di vedere il mondo: aspettiamo, guidati dalle tue parole, la rinascita della sua meraviglia.

Cover photo credit: San Francisco Chronicle

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