La talentuosa cantante si mette a nudo con il nuovo lavoro discografico.
Anna Calvi si è affermata sulla scena musicale nel 2011 con l’uscita dell’album, Anna Calvi. Polistrumentista e fornita di un impressionante background musicale, la Calvi è stata immediatamente accostata a PJ Harvey, anche per l’utilizzo del produttore Rob Ellis, collaboratore della Harvey in molti dei suoi lavori. Del primo album il New Musical Express aveva scritto: “È un lavoro sontuoso, seducente, ma anche spaventoso. Tormenterà i vostri sogni”.
Nel 2013 è stata la volta del secondo lavoro, One Breath, trascinato dalla bellissima Desire. Sono seguite esibizioni sui palcoscenici dei più importanti festival mondiali, una partecipazione ai BBC PROMS, candidature al Mercury Prize e l’EP Strange Weather. Dopo un lungo tour seguito da un periodo di silenzio, Anna Calvi è tornata nel 2016 con la composizione dell’opera rock Me and the Devil, andata in scena a Düsserdolf. A due anni dall’ultimo lavoro, la Calvi ha pubblicato l’atteso terzo album Hunter, scritto in un momento decisivo della sua vita.
Strasburgo
Originaria di Twickenham, appena fuori Londra, la Calvi si è recentemente trasferita a Strasburgo per amore: “Strasburgo è una città molto bella ed è stata fondamentale nella composizione dei pezzi di Hunter. Ho vissuto dei momenti bellissimi in questa città perché mi stavo innamorando. Mentre con il precedente disco One Breath stavo vivendo un momento difficile, quando ho scritto Hunter ero positiva e desideravo essere felice. Londra ti offre troppo e per questo devi essere focalizzato sul tuo percorso; vivere a Strasburgo mi ha permesso di avere una routine creativa che ha determinato il mio modo di scrivere le canzoni”.
Il processo di scrittura
“Quando ho scritto One Breath ero ossessionata dalla melodia – afferma la Calvi – in Hunter invece, mi sono imposta di soffermarmi sulla stessa nota per un tempo maggiore. Questo nuovo approccio è stato per me la chiave per capire cosa volessi ottenere dal nuovo album”. Nel disco ci sono canzoni come la title track Hunter, nate spontaneamente, altre che invece sono state più complesse da elaborare: “Quando ho scritto Hunter, stavo suonando la tastiera e le parole sono semplicemente uscite. Per il pezzo Alpha invece, ho faticato a trovare una direzione. Ho un rapporto visuale con la musica, per ogni canzone che scrivo realizzo un disegno, ed è disegnando che sono riuscita a completare Alpha”.
Ispirazione e influenze
La Calvi vanta tra gli ammiratori Brian Eno, Nick Cave e David Byrne, con il quale ha duettato in Strange Weather nell’omonimo EP del 2014: “Ho passato un giorno in studio di registrazione con David Byrne. È una persona molto aperta e positiva, con un grande amore per la musica. In questo lavoro è importante rimanere positivi; io tendo ad avere dei momenti felici, ma anche di difficoltà. Mi capita spesso di interrogarmi su quello che sto facendo, il motivo per cui seguo la musica. Quest’estate ho visto Patti Smith e Nick Cave & the Bad Seeds esibirsi all’All Points East Festival di Londra; è stato un momento fondamentale, che mi ha fatto capire il motivo per cui faccio la musicista”. Tra le influenze nel nuovo lavoro, la Calvi ha citato Grace Jones con l’album Nightclubbing e Perfume Genius, affermando di ammirare il modo sperimentale di comporre del cantante di Seattle.
Hunter
La copertina dell’album Hunter si distacca notevolmente dalle cover patinate a cui ci hanno abituato molte artiste femminili; la cantante appare vulnerabile, sporca e sudata: “La persona che vedete nella copertina è imperfetta, ma vera. Volevo trasmettere l’idea che anche una donna può essere un cacciatore, nel senso che non si darà per vinta, fino a quando non otterrà ciò che vuole dalla vita, che nel mio caso è essere felice”. Questo tema della donna cacciatrice, dice la Calvi, può essere riscontrato nella musica: “È già tutto nella musica, le parole delle canzoni danno solo ulteriore voce a questo tema”.
“In Don’t Beat The Girl Out of My Boy (primo singolo estratto dall’album) volevo che la musica desse un senso di libertà. Avevo come un’energia interiore che dovevo far uscire”. In Hunter, la Calvi si è inoltre confrontata con la sua sessualità: “Le persone sanno che sono gay e mi è sembrato naturale affrontare questo argomento nelle canzoni. Nei miei lavori precedenti mi sentivo trattenuta per paura di ciò che il pubblico potesse pensare di me, ma adesso non ho niente da nascondere”.
Transizione
Nell’incontrare Anna Calvi, appare difficile pensare che la persona introversa e timida si trasformi nell’artista energetica dei suoi live: “La trasformazione avviene quando prendo in mano la mia chitarra. C’è qualcosa di potente a tal punto in questa azione da commuovermi. È la musica a rendermi ciò che vedete sul palco. La musica mi rende più forte”.
Photo credit: Evening Standard