I quadri dell’ultimo periodo di John Constable in mostra alla Royal Academy.
“C’è qualcosa di affascinante nella campagna inglese” affermava spesso lo sceneggiatore ungherese Emeric Pressburger; ed è vero, la campagna inglese, soprattutto se guardata da un occhio straniero, esercita un fascino indescrivibile, a metà tra il malinconico e il romantico. Questa sensazione è la stessa provocata dall’osservare gli scenari resi celebri dai dipinti di John Constable. Contrariamente al contemporaneo Turner, che trovò ispirazione per i suoi quadri viaggiando, Constable non lasciò mai l’Inghilterra; questo non gli impedì comunque di sperimentare, allontanandosi, in certe opere, dai tratti caratteristici della sua pittura. I risultati sono visibili nella mostra della Royal Academy dedicata all’ultimo periodo creativo dell’artista.
Nella prima sala sono esposti dei dipinti in cui ritroviamo lo stile tipico di Constable: un piccolo quadro in cui sono raffigurate delle nuvole, una veduta della natia Dedham Vale, e due versioni di “The Leaping Horse” (1825). La prima parte della mostra si concentra sul Constable che ci è familiare, mentre le opere esposte nelle due sale successive, realizzate tra il 1825 e il 1837, stupiscono nel loro aspetto decisamente moderno.

Ad influenzare lo stile dell’ultimo periodo fu la morte della moglie Maria nel 1828; se fino a quel momento i dipinti si concentravano su scenari rurali trasferiti su tela attraverso una pittura precisa e delicata, questo evento segnò un netto cambiamento in Constable. Lo sketch preparatorio per il dipinto “Hadleigh Castle” e una veduta della cattedrale di Salisbury del 1831, sono espressione del tormento interiore vissuto dall’artista; mentre i quadri del primo periodo sono caratterizzati da toni chiari e pennellate tenui, nei lavori successivi i colori si fanno più scuri, con pennellate marcate, a tratti violente.
Incontrando uno dei dipinti più belli esposti nella mostra, “Rainstorm over the Sea”, stentiamo quasi a credere che l’autore sia Constable. L’artista aveva già affrontato un soggetto simile nei quadri visti in apertura alla mostra raffiguranti la spiaggia di Brighton; il modo in cui la scena è trasposta in questa opera si distanzia però da quelle precedenti. Se la spiaggia in primo piano è dipinta con un approccio che tende al naturalistico, il cielo in tempesta è proposto con uno stile quasi astratto, per mezzo di pennellate nere ed indefinite. Ritroviamo la stessa carica espressiva in un dipinto realizzato tra il 1830 e il 1836, “A Farmhouse near the Water’s Edge”, che ha per soggetto una veduta della campagna inglese. La composizione è spiazzante; le pennellate, separate con decisione tra l’una e l’altra, sembrano anticipare la pittura di Cézanne e Van Gogh.

L’acquarello raffigurante Stonehenge, che fu esposto per la prima volta alla Royal Academy nel 1836, è stupefacente. L’opera, in cui prevalgono i colori scuri del cielo, efficaci nel creare un tono mistico e reverenziale, suscita nello spettatore un’emozione che non proverebbe visitando oggi Stonehenge, ormai divenuta destinazione da turismo di massa. È un’opera dal forte potere evocativo, una delle migliori presenti in questa mostra della Royal Academy che è anche la prima retrospettiva dedicata dalla prestigiosa istituzione al grande artista britannico.

Constable realizzò la maggior parte dei quadri esposti per uso personale, dimostrando come, una volta liberatosi delle aspettative di pubblico e colleghi, riuscisse ad andare oltre il tradizionale. Gli scenari campestri che tutti conosciamo possiedono un grande fascino; questa mostra ha però il merito di mettere in luce un aspetto del pittore, fino ad ora rimasto in ombra, che lo rende intrigante almeno quanto il “rivale” Turner.