Il documentario di Rubika Shah è dedicato alla storia della fanzine punk Temporary Hoarding e alla nascita del movimento culturale Rock Against Racism.

Musicalmente, il finire degli anni ’70 è stato uno dei periodi più significativi della storia. Band come Sex Pistols, Clash e Buzzcocks dominavano la scena punk; ad accompagnare questo nuovo genere musicale, nacque un filone di riviste underground, quelle del DIY (do it yourself), ricordate ancora oggi per il design innovativo e i contenuti fuori dal mainstream.

È alla nascita e sviluppo di una di queste fanzine, Temporary Hoarding, che è dedicato il documentario White Riot di Rubika Shah. Il fondatore della rivista Red Saunders ne racconta la storia, collegata anche al movimento Rock Against Racism, ideato dallo stesso Saunders, in risposta al razzismo che imperversava in quegli anni nel Regno Unito.

Nel 1976, il gruppo neofascista del National Front guadagnava sempre più consensi tra i giovani e alcune band punk indossavano magliette con la svastica come forma di ribellione. Non tutti i gruppi però si conformarono a questa tendenza; i Clash abbracciarono infatti sonorità reggae appartenenti alla cultura black e furono tra i musicisti che parteciparono alla grande giornata del Carnival Against Racism del 30 aprile 1978.

Saunders iniziò ad organizzare concerti in cui band punk si alternavano a gruppi reggae per promuovere, attraverso la musica, una convivenza pacifica tra culture diverse. In quel periodo anche musicisti come Rod Stewart ed Eric Clapton consideravano l’integrazione un pericolo ed è noto che anche David Bowie si schierò a favore di un ritorno del fascismo (dichiarazioni per cui in seguito il cantante si scusò pubblicamente).

Alla fine degli anni ’70 Londra non era certo la realtà multiculturale che è adesso; gli skinhead minacciavano le comunità di colore e la polizia rifiutava di riconoscere i crimini a sfondo razziale.

La tensione raggiunse il culmine il 13 Agosto 1977, quando il National Front organizzò una marcia propagandistica tra le strade di Lewisham, una delle zone della capitale con il più alto tasso di immigrati. I supporter del National Front si scontrarono con gli oppositori e la giornata fu segnata dalla violenza.

Il Partito radicale del National Front continuava però ad ottenere supporto. Saunders decise che era giunto il momento di reagire con un evento di forte impatto: assieme ai collaboratori di Temporary Hoarding ideò Carnival Against Racism, una manifestazione che prevedeva una marcia da Trafalgar Square a Victoria Park e che sarebbe poi culminata in un grande concerto.

Rubika Shah utilizza la forma del documentario classico per raccontare la storia di un importante movimento culturale che utilizzò la musica per contrastare un potente gruppo politico. Alle interviste a Red Saunders e gli altri ideatori di Temporary Hoarding, Shah alterna immagini di repertorio dei concerti di Rock Against Racism, dell’evento di Victoria Park e degli scontri di Lewisham.

Al Carnival Against Racism si esibirono gli Street Pulse, la Tom Robinson Band, X-Ray Spex e i Clash. Poly Styrene dette via alla giornata con la trascinante Bondage! Up Yours! e Joe Strummer infuocò la folla con una scatenata versione di White Riot. “This ain’t no Woodstock, this is a fucking Carnival against racism” gridò Saunders agli ottantamila presenti.

White Riot live a Rock Against Racism.

Alle elezioni del 1979, il National Front ottenne una pesante sconfitta; il partito però ha continuato ad esistere fino ad oggi. Come viene sottolineato dal documentario, la lotta contro l’odio è tutt’altro che conclusa.

Tra i partecipanti a Rock Against Racism c’era la convinzione che anche le persone comuni potessero fare la differenza. E questo è un sentimento che oggi sembra essere svanito. Certo, ci sono ancora gruppi di idealisti che marciano per quello in cui credono. Ma le loro imprese vengono spesso dimenticate dopo un semplice aggiornamento del news feed dei social media.

It’s all of us or none” dice Joe Strummer in una toccante immagine di White Riot. Sono parole pronunciate nel 1978 che ancora oggi risuonano come la più assoluta delle verità.

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