Il nuovo lavoro della cantante inglese è il migliore della sua carriera.
Marianne Faithfull è stata tra i protagonisti della Swinging London, ma contrariamente a molti suoi coetanei, ricorda quegli anni con amarezza. Ne sono testimoni le foto con Mick Jagger risalenti al periodo della loro relazione, che la cantante tiene ormai appese nella toilette del suo appartamento parigino.
Nell’associare troppo spesso la Faithfull a Jagger, dimentichiamo che l’interprete inglese ha all’attivo 21 album, tra cui il classico della New Wave, Broken English del 1979. L’ultimo lavoro Negative Capability è uscito lo scorso novembre, anticipato dal singolo Gypsy Fairie Queen, composto da Nick Cave. Registrato ai La Frette Studios e prodotto da Rob Ellis (collaboratore di PJ Harvey) e Warren Ellis (polistrumentista di Nick Cave & the Bad Seeds), Negative Capability vanta la collaborazione di ottimi musicisti a cui, oltre ai già citati, si aggiungono Ed Harcourt e Rob McVey.
Gli undici pezzi che danno vita al disco sono di un’onestà spiazzante, tanto che nell’avvicinarsi a Negative Capability, ci sentiamo intrusi nella vita privata dell’artista. Ne è esempio il brano My Own Particular Way, in cui la Faithfull confessa di non esser più giovane e di sentirsi danneggiata, ma che a suo modo è ancora capace di amare. Sono parole che, se si è a conoscenza della dipendenza da droghe e delle relazioni fallite dell’interprete, trafiggono l’ascoltatore. Born to Live, composta dopo la morte dell’amica Anita Pallenberg, è di una bellezza quasi straziante; il brano ci mette davanti ad una Faithfull consapevole di andare incontro agli ultimi anni della sua vita, che spera in una morte piacevole per se stessa e i suoi amici.

La decisione di voler reinterpretare As Tears Go By, brano che la rese nota a soli 16 anni, rende questo album un ponte tra la gioventù e l’età matura in cui il passare degli anni diventa sempre più pesante. In questa rivisitazione, la voce bassa della Faithfull si contrappone all’acutezza della versione originale, rendendo il pezzo una sorta di requiem degli anni ’60, caratterizzati dal famoso, quanto assurdo, arresto per possesso di droga di Jagger e Richards, in cui si ritrovò coinvolta la cantante.
Riguardo They Come at Night, la Faithfull ha spiegato di aver scritto le parole immediatamente dopo l’attentato di Parigi del 2015, chiedendo successivamente a Mark Lanegan di realizzare la musica. Il risultato è un brano potente, di cui colpisce il chorus: “There’s no brave England, no great Russia, no America/ their sins come home to haunt us/ from the wrong side of the gun“. Il pezzo più bello dell’album è forse No Moon in Paris, una riflessione sul tema portante di questo disco, la solitudine. Nonostante la cantante confessi di essere sola, in chiusura c’è spazio per un sentimento positivo: anche se tutto attorno a noi cambia, l’unica cosa a restare per sempre è l’amore.
In Negative Capability, la Faithfull si mette a nudo condividendo le sue paure, la solitudine, la voglia di essere amata, ancora. Sono temi che molti musicisti hanno affrontato, ma il modo in cui la cantante si confessa ha qualcosa di diverso; è la sua umanità a rendere questo lavoro così prezioso. Rendendoci partecipi, Marianne Faithfull non cerca commiserazione per uno stile di vita che non ha mai desiderato, ma chiede di essere accettata per quello che è: una donna che a volte ha fallito, ma che sta cercando di rialzarsi ed affrontare la realtà che le si pone davanti. Come tutti noi, in fondo.
© Foto Martina Ciani