In un incontro al British Film Institute, il regista ha parlato dei suoi titoli più famosi e del suo rapporto con il compositore Danny Eflman.
Se oggi risulta impossibile immaginare i film di Steven Spielberg senza la maestosa musica di John Williams, lo stesso avviene nel caso di Tim Burton e Danny Elfman. Per Burton, Elfman ha realizzato alcune delle più belle colonne sonore cinematografiche tra cui Edward Scissorhands, The Nightmare Before Christmas e Corpse Bride; quella tra i due è una delle collaborazioni più celebri nella storia della musica per film.
Tim Burton ha recentemente rivisitato alcuni dei suoi titoli più famosi in un incontro al British Film Institute, soffermandosi in particolare sul suo lavoro con Elfman.
“Non sono un musicista, ma poiché ero introverso ho sempre pensato che la musica fosse un bellissimo modo per comunicare” ha spiegato il regista. “Nei miei film, Danny Elfman rende la musica un personaggio e per questo motivo a volte diventa più importante del dialogo.”
Burton incontrò per la prima volta Elfman a Los Angeles, quando il futuro compositore faceva parte della band New Wave, Oingo Bongo: “Andavo a sentire la band di Danny nei club di Los Angeles ed ero impressionato dalla teatralità del punk e della new wave. Il gruppo di Danny si esibiva in maniera molto cinematografica. Quando abbiamo lavorato insieme in Pee Wee’s Big Adventure non avevamo esperienze nel cinema e questo ci ha unito”.
Nelle sue pellicole Burton fa generalmente uso di musica originale; tra le poche eccezioni c’è una celebre scena di Beetlejuice costruita su Day-o (Banana Boat Song) di Harry Belafonte: “Non sono bravo a scegliere canzoni già esistenti per i miei film. In questo caso dovevo riuscire a catturare l’atmosfera della scena e il brano di Harry Belafonte era perfetto. Abbiamo provato anche altre canzoni, ma Banana Boat era la migliore; c’era una strana alchimia che faceva funzionare la sequenza. In Beetlejuice ho incoraggiato l’improvvisazione perché ricercavo l’elemento sorpresa”.
Edward Scissorhands è indubbiamente una delle pellicole più conosciute e amate di Burton: “È uno dei miei film più personali perché mi ha dato la possibilità di esplorare i sentimenti che provavo da ragazzo e tradurli in forma di favola; è stato un progetto molto speciale. L’istinto mi ha fatto scegliere Johnny Depp per il ruolo principale. Quando l’ho incontrato ho pensato immediatamente che fosse una persona particolare, perché tutti lo vedevano in un modo, mentre lui era totalmente diverso. In un certo senso Johnny era un po’ come Frankenstein: hai un’idea di lui, ma poi è qualcos’altro” ha commentato Burton, sorridendo.
“La musica in Edward Scissorhands è potente e molto bella. Ho detto a Danny di approcciarlo come se fosse un film muto. È stata una delle pellicole più difficili da realizzare perché avevo avuto successo con Batman e quando ottieni successo commerciale sei in qualche modo penalizzato. La Warner Bros non voleva produrre Edward Scissorhands, così l’ho realizzato in autonomia dallo studio”.
Burton ha in seguito ripreso il personaggio di Batman dirigendo Batman Returns: “Sono rimasto molto colpito da Michelle Pfeiffer (che interpreta Catwoman). Quando abbiamo girato Batman Returns non c’erano ancora gli effetti speciali e Michelle ha fatto la maggior parte delle sue scene con i tacchi alti e la frusta: impressionante. Danny ha lavorato sulla sequenza in cui Catwoman impazzisce nel suo appartamento; amo quella scena perché cattura perfettamente le emozioni del personaggio ed è la musica a renderlo possibile”.
Come Edward Scissorhands, anche Big Fish è un film molto personale per il regista: “Mi sento molto vicino a Big Fish, l’ho girato dopo la morte di mio padre con cui avevo una relazione molto simile a quella che si vede nel film. Non sarei riuscito a girare Big Fish, se non avessi avuto quell’esperienza. C’è sempre una connessione personale con i film che si fanno, devo sempre trovarla ed è molto importante. Lo score di Danny Elfman riflette la semplicità emotiva della storia”.
Charlie and the Chocolate Factory ha invece un tono decisamente più spensierato: “Girare questo film è stato molto divertente. Per le canzoni, Danny mi ha ricordato il lavoro che faceva con gli Oingo Boingo. I brani composti appartengono a generi musicali diversi e hanno dato un’energia speciale al film”.
In una serata dedicata al cinema e alla musica, la conclusione non poteva che essere affidata a quello che è forse il capolavoro di Burton, The Nightmare Before Christmas: “Il personaggio di Jack è basato su un disegno che avevo fatto. Era stato ispirato dal mio amore per la stop-motion e i film di Ray Harryhausen. Da bambino mi piacevano Halloween, il Grinch e la renna Rudolph, quindi il risultato finale è un mix di questi elementi. Ho scritto Nightmare Before Christmas come se fosse un poema, una specie di libro per bambini. Ho sviluppato il soggetto mentre lavoravo alla Disney e l’ho girato dieci anni più tardi. È stata una produzione molto problematica, lo studio non voleva produrlo e avevo un budget limitato. Sono stato molto fortunato a poterlo realizzare” ha spiegato Burton.
“Uno dei primi film che ho visto è Jason and the Argonauts e quel tipo di animazione ha avuto un forte impatto su di me. Volevo che Nightmare Before Christmas fosse in stop motion perché dato il tema di cui tratta e i personaggi, sentivo che avrebbe avuto bisogno di quel tipo di animazione. In Nightmare la musica è molto importante perché è strutturato come uno speciale natalizio, presentai l’idea a Danny già prima di scrivere lo script”.
Tim Burton ha salutato il pubblico del BFI con una proiezione a sorpresa: “Se volete sapere qualcosa di me, è tutto in questo film” – ha detto il regista, mentre i titoli di testa di Ed Wood iniziavano a scorrere sullo schermo.