Il balletto di Wayne McGregor ispirato a tre romanzi di Virginia Woolf è disponibile sul canale Youtube della Royal Opera House.
Se l’associazione tra Virginia Woolf e la danza può inizialmente apparire improbabile, osservando più attentamente è possibile riscontrare delle assonanze tra lo stile sperimentale dell’autrice e la fluidità caratteristica del balletto. Oltre a fare riferimento alla pittura moderna e ad altri medium come il cinema e la musica, la Woolf aspirava ad incorporare elementi propri alla danza nella sua scrittura. In Woolf Works, andato in scena alla Royal Opera House nel 2015 e ispirato a tre celebri romanzi della scrittrice, il coreografo Wayne McGregor sottolinea la dipendenza tra l’universo della Woolf e quello del balletto.
Nel primo pezzo, I Now, I Then, tratto da Mrs Dalloway, l’esplorazione interiore che caratterizza il romanzo si traduce in passi a due tra Clarissa, interpretata dall’étoile Alessandra Ferri, e gli altri personaggi. Il balletto si apre con una registrazione della voce della Woolf (l’unica esistente) in cui la scrittrice riflette sul futuro della lingua inglese. Immagini della Londra del primo Novecento appaiono sugli schermi e la musica malinconica di Max Richter rievoca l’atmosfera sospesa tra passato e presente del romanzo.
Clarissa Dalloway ricorda un particolare momento della sua vita; la giovinezza a Bourton, l’amica Sally Seton (Francesca Hayward) e il rapporto con Peter Walsh (Federico Bonelli). Se nel testo della Woolf, Clarissa e l’ex soldato Septimus Warren Smith (Edward Watson) non si incontrano mai, qui McGregor li rende protagonisti di un intenso passo a due che culmina con la morte di Septimus. La riflessione sul passare del tempo che caratterizza Mrs Dalloway (e l’opera omnia della Woolf) è sottolineata dalla scelta di far interpretare Clarissa a due ballerine: la Ferri nel presente e Beatriz Stix-Brunell nel passato.
Lo stile classico del primo pezzo lascia spazio all’astrattismo di Becomings, tratto da Orlando. Concepito come un divertissement stilistico, in Orlando la Woolf realizza una biografia immaginaria ispirata alla vita dell’amica Vita Sackville-West. Nel corso del romanzo, che si sviluppa attraverso 300 anni di storia inglese, Orlando cambia sesso diventando donna.
Sicuramente più vicino alla danza concettuale e astratta che ha reso celebre McGregor, Becomings è un flusso spontaneo di espressioni e scambi tra gli interpreti: ad essere rappresentata è la sensazione evocata nel testo di una libera convergenza tra il maschile e il femminile. Anche se la musica elettronica proposta da Richter e la scenografia di impronta futuristica appaiono lontane dall’immaginario della scrittrice, la scelta di McGregor funziona se interpretata come un omaggio all’interesse della Woolf per la fantascienza.
Nell’ultimo pezzo Alessandra Ferri diventa l’autrice stessa: Tuesday è infatti un compendio della vita di Virginia Woolf. Il pezzo ha inizio con una voce (quella dell’attrice Gillian Anderson) che legge l’ultima lettera scritta da Virginia al marito Leonard: “Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi” recita la nota. In un video compaiono le onde del mare, mentre sul palco dei bambini circondano la Ferri, alludendo alla trama di The Waves che copre l’arco della vita di sei personaggi dall’infanzia all’età adulta. Il balletto si concentra però sul rapporto tra Leonard (Federico Bonelli) e Virginia, insieme fino all’ultimo istante.
Tradurre in danza il linguaggio sperimentale della Woolf non era certamente operazione facile; McGregor riesce però a mantenere il lirismo e il ritmo della scrittura, dimostrando come il balletto sia uno dei mezzi più efficaci per interpretare lo stile di Virginia Woolf.